Qualche anno fa, avevo fatto un po’ di outing raccontando il mio colpo di fulmine per un super figo visto al Cairo. (Se vi interessa potete trovare l’articolo nel vecchio sito, settembre 2010 “Attrazione fatale”)….
Mi ero divertita un sacco a scrivere e questo mi bastava, la cosa poteva finire lì, ma arrivò un altro fulmine a ciel sereno, S. Cristoforo aveva letto quelle paginette e mi rispondeva. Lì per lì mi tremavano le gambe ma poi mi sono fatta un sacco di risate e ho apprezzato lo spirito e la disponibilità di Giorgio-Cristoforo che aggiungeva la parte più importante di tutta la storia.
E’ passato il tempo, mi ero quasi dimenticata di tutto, quando Giorgio-Cristoforo si rifà vivo.
A dire la verità è stata Katia, sua moglie e amica con cui ho condiviso corsi e bei viaggi, che mi fa avere fresco fresco di stampa l’ultimo libro di Giorgio Barbiero con tanto di dedica personale.
E’ stato quasi inevitabile quindi riprendere in mano la penna e darmi il permesso di scrivere su questo angolo di rete che ci ha fatto incontrare. Così colgo l’occasione per passarvi qualche chicca che ho trovato nelle pagine di “La differenza. Recidere anziché sciogliere”.
Premetto che mi sembra un libro non per tutti, lo si può vivere come un pugno nello stomaco, perché mette in discussione proprio tante, tante vecchie storie che ci portiamo dietro da sempre. Per fortuna siamo “liberi”(?) di tenerci strette le nostre sclerotizzazioni ma possiamo anche provare a raschiarle via, non sarà facile ma sapere di averle è il primo importantissimo passo per liberarsene.
Comunque, a parte qualche passo che ho fatto fatica a digerire, spesso mi è anche presa la ridarella, continuavo a trovare conferma ad idee che mi giravano per la testa e questo faceva aumentare sempre di più quel frizzantino di libertà che sentivo nelle vene.
Questo libro non parla espressamente del “vive la difference” come ci si potrebbe aspettare, ma si parla anche di quello. Devo dire che non mi era mai capitato di leggere in così poche parole chiare, limpide e pulite un concetto così potente, quando oggi si usano fiumi d’inchiostro sullo stesso argomento.
Ecco cosa dice:
“Il sesso, nella sua espressione naturale, è gioia allo stato puro; nell’orgasmo c’è una scintilla di Dio; c’è un assaggio del piacere eterno. …
… Rivalutiamo il sesso: è gioia, è vita. E’ lo strumento per generarla, la vita. Mi piace pensare che Dio ha voluto farci provare per un attimo, cosa vuol dire un incontro con Lui, in quella minuscola particella di tempo che dura un orgasmo. E’ l’atto creativo per eccellenza”.
A parte il tentativo di battuta spirituale (o spiritosa), vorrei darvi qualche idea del contenuto, ma posso solo cercare di passarvi alcune delle cose che mi hanno colpito, la scelta dei brani è assolutamente personale, ed è solo un piccolo assaggio …
Ecco come comincia:
Platone l’aveva già intuito più di 2000 anni fa: il mondo delle idee è un mondo di ombre. I concetti assoluti come Giustizia, Felicità, Libertà, Verità, Dio, tutto ciò in altre parole che non è nome proprio, ma che scriviamo con l’iniziale maiuscola, nel mondo relativo nel quale viviamo e siamo, esistono solo nella nostra mente. Sono concetti astratti; ombre appunto. Perciò cercare la Felicità è un’utopia; non esiste nulla di concreto dietro a questo concetto. E’ un’ombra senza corpo. Lo stesso vale per Verità, Giustizia, Libertà; e per Dio, che racchiude e assomma in sé tutti questi concetti. Siamo dunque cresciuti nella falsa idea che Libertà e Felicità esistano; che Dio esista.
Se però, invece di correre dietro alla Libertà o alla Felicità, cerchiamo di essere semplicemente liberi o felici; ci muoviamo nel mondo relativo che ci appartiene, le cose possono cominciare a funzionare. …..
Così, partendo da uno di quei sogni “iniziatici” che segnano per sempre, inizia un percorso alla ricerca di ciò che ci rende liberi e felici passando attraverso i meccanismi quotidiani della vita.
In una conversazione con un Saggio che rispetta tutti i canoni classici (vive solitario in una caverna su un monte e parla soltanto a chi gli va a genio) Giorgio comincia ad affrontare alcune di quelle Domande esistenziali di cui cerchiamo affannosamente le risposte.
Gli dice il Saggio: Rilassati. Sei in ansia per le tue risposte; impara a rilassarti. Non avere fretta, te lo ripeto. Anzi: impara a fermarti, e una volta fermo e in silenzio, ascolta e cerca la verità. Ma non aspettarti la verità come la intendi tu; quella che ti verrà avanti sarà soltanto una strada da seguire. …”
Già, inutile cercare grandi risposte, è solo la strada che facciamo per trovarle che ha senso. Allora mi viene in mente che è come se il percorso del nostro sentiero fossimo in realtà noi a tracciarlo con un passo dopo l’altro e non perché crediamo di seguire un itinerario prefissato.
Mi sembra che sia un po’ come accade per il nostro cane che ci accompagna a passeggio, percorre un’infinità di metri in più con il suo continuo andirivieni da una parte all’altra, ma è impossibile per lui non farlo. In ogni centimetro nuovo di strada che ha davanti c’è un mondo da annusare, esplorare, sentire, conoscere.
Forse anche la nostra vita è un po’ così, andiamo avanti ma ad ogni passo troviamo un’infinità di avvenimenti, incontri, emozioni ed è solo attraverso l’esplorazione di queste ed altre cose (a volte poco carine come la sofferenza ecc.) che acquisiamo conoscenza e possono arrivare le risposte.
La paura
Una inevitabile considerazione tratta dalle pagine di questo libro è che la paura è il nostro vero padrone occulto … il più grande ostacolo alla nostra libertà e alla nostra evoluzione… però, proprio tra quelle righe, ho cominciato a vederla in modo un po’ diverso.
Ecco un pezzettino della conversazione tra Giorgio e il Saggio su questo argomento.
Quando Giorgio chiede: “cosa dovrei fare per dominare la paura?” , il Saggio risponde: come diceva Don Abbondio ne “I promessi sposi”, se uno il coraggio non lo ha, non se lo può dare. […] Per contrastare le cose bisogna essere certi di poterlo fare, di essere molto più forte di loro. Ed inoltre significa spesso ingrandirne l’importanza. La battaglia contro la paura va fatta con la testa, non con il cuore.
Poi Il Saggio cita anche un trattato cinese di strategia militare “ I trentasei stratagemmi” che dice: “La fuga è la politica suprema. Conservare le forze intatte evitando lo scontro, non è una sconfitta”.
E continua: Voglio dire che se vuoi dominare la paura, devi adottare una strategia non di scontro. Per prima cosa: accetta le tue paure. Esse svolgono una funzione importante. Impara a guardarle in faccia, perché ciò che non si conosce spaventa di più. E soprattutto non ti curare della colpa: cerca piuttosto di ripristinare il danno. Sii in pace. Sii calmo.
In tutti questi anni di percorsi, spirituali e non, finivo spesso per sentirmi in colpa per non aver saputo superare, accogliere, amare ecc. … le mie paure, ma dopo aver letto queste frasi ho cominciato a sentirmi più leggera, un po’ meno vigliacca e vergognosa.
Fra l’altro il Saggio sottolinea:
Amarle forse è troppo: usarle. E’ questa l’altra faccia della strategia per dominare la tua paura: usa le tue paure.
Il bisogno
Come se non bastasse il senso di colpa legato alla paura, anche i propri bisogni sono fonte di autofustigazione. Che siano di cibo, di affetto, di potere, di notorietà e chi più ne ha più ne metta, sono sempre un ostacolo mica da poco per chi si crede in un cammino di crescita. Come si fa a diventare illuminati con tutte queste belle dipendenze?
Anche qui arriva uno spiraglio, un modo nuovo, almeno per me, di considerare quelle che mi ostinavo a vedere come difetti incorreggibili …
… Senza bisogno la vita si estinguerebbe. E’ il bisogno il motore del mondo…
Dobbiamo imparare ad accettare, per noi e per gli altri, il bisogno come un autentico, prezioso dono, che ci fa muovere e ci stimola alla vita.
Altro grosso respiro di sollievo!
La VITA
Più avanti invece, non è stata la ridarella che mi ha scosso, ma è stata una vera commozione, profonda e grata perché ho trovato quella che per me è LA RISPOSTA.
Dice il Saggio:
E che cosa è la Vita se non Dio? Chi è mai riuscito a spiegare la Vita?
E pure la Coscienza: cos’altro è se non Dio?
E come possiamo chiamare questa Vita e questa Coscienza?
Vuoi chiamarla Anima? Spirito? È lo Spirito Santo di cui parlano le scritture?
Cos’altro è se non la scintilla divina in noi, cioè Dio?
Lo Spirito è il tuo sé superiore.
Il generatore della conoscenza o coscienza; il Centro del tuo essere.
Ho asciugato le lacrime con il cuore leggero perchè forse non sarò proprio sveglia, forse sarò piena di paure e bisogni, ma mi sento ancora viva, e sono sicura che in ogni cellula del mio corpo, anche in quelle malandate, circola sottile e forte proprio quella Vita… e allora? … Lascio che ognuno continui a seguire da solo il filo di questi pensieri …
Che fare
Tra le pagine ho anche ritrovato con piacere S. Cristoforo, lui sapeva cosa voleva e lo ha cercato senza badare troppo ai dettagli. Nella sua metamorfosi da servitore del più forte a vero “imprenditore di se stesso” si è messo in gioco personalmente con ciò che sapeva e poteva fare, e che risultati !!!
C’è un altro passaggio che mi ha colpito, è riuscito a ribaltare un’azione che consideravo più che passiva (e che per me puzzava sempre un po’ di rassegnazione) in un segno inequivocabile di attività e movimento:
accettare è un’azione positiva, attiva, che denota la voglia di vivere, comprendendo che non tutto si riesce a capire, ma avendo fiducia che tutto ciò che ci accade può essere visto, valutato e trasformato in una esperienza valida.
Impariamo ad accettare noi stessi e la vita, per quello che siamo e che è, con gratitudine.
La gratitudine trasforma in oro tutto ciò che tocca esattamente come Mida.
Va da sé che se riesco ad accettare me stesso per quello che sono, accetterò anche gli altri, senza volerli cambiare, e accetterò la vita…. (non so perché ma questo discorso mi sembra porti dritto dritto a qualcosa che assomiglia molto al “perdono”, e che perdono!!!, il perdono che profuma di libertà)
Ci sono ancora molte cose che mi sono piaciute, ma questo articolo sta diventando troppo lungo e allora eccovi un po’ di frasi che mi sembrano perle, estratte qua e là tra le pagine …
“credi in te; non concedere ad altri questo privilegio”
“affidati a te stesso”
“fai usando ciò che sei”
La libertà
Credevo di aver già letto tutto, poi ho trovato un passo che mi è sembrato rivoluzionario (ma ce ne sono altri ancora) …
… la sete di libertà è iniziata il giorno in cui Adamo ed Eva – grazie a loro – hanno mangiato il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male. E’ questa sete di conoscenza che è sete di libertà, in tutte le sue espressioni, il nemico di questo sistema:….
… l’essere cacciati dal paradiso terrestre, è un grande onore per tutti noi; è la cartina al tornasole che ci dice che il sistema è marcio, e che noi ne rappresentiamo la coscienza critica. …
Allora, per ricominciare davvero tutto da capo, per trovare la nostra libertà vera, o meglio, la libertà di essere veri ci sono dei passaggi quasi obbligati, di sicuro non facili ma che si aprono sull’infinito….
- per prima cosa dobbiamo morire come polli. Intendo letteralmente morire. Qualcosa deve rompersi dentro di noi e convincere il nostro sub-conscio, molto sospettoso e conservatore, che il pollo è veramente morto.
- Dobbiamo poi rinascere come aquile
- Spiccare il primo volo
- Librarci nell’aria e congiungerci con il nostro elemento naturale: lo spazio infinito. Fuor di metafora-
E’ vero, penso che sia proprio così. Per tutti ci sono momenti nella vita in cui ci si sente morire, annientati e disperati. Per un po’ si osservano con disperazione le macerie, aggirandosi tra la rabbia e la tristezza nella vana ricerca di qualcosa da salvare. Dopo un tempo più o meno lungo, (una gestazione?) sotto la cenere si può scorgere un luccichio… è la nostra scintilla, indistruttibile. Come uno specchietto ci rimanda il nostro sguardo, acciaccato, affumicato, con gli occhi gonfi, ma siamo noi, ancora vivi. Piano piano, un passo dopo l’altro la pista di decollo si potrà delineare davanti a noi e possiamo cominciare a percorrerla, forse ci vorrà un po’ per trovare la velocità giusta a spiccare il volo, forse le nostre non saranno le ali di un’aquila, forse sembreranno i saltelli goffi di un nuovo tipo di pollo, ma saranno i nostri. Qualsiasi cosa possa succedere, fosse anche solo sollevare la testa e decidere fortissimamente di andare avanti, sarà quella la deflagrazione della nostra scintilla che ci scaglierà nell’infinito.
Per concludere vi lascio il finale del libro, quasi come un augurio
Ogni giorno:
Sii in pace, sii calmo.
Sii grato.
Tu sei come pensi; tu sei ciò che credi di essere.
Tu diventi ciò che scegli.
Bisogno, sofferenza e malattia sono messaggeri, colto il messaggio, lasciali andare.
Non aggrapparti ad un Dio che non c’è.
Conosci te stesso. Tu sei divino e perfetto.
Tu sei uno e trino:
– Mente, la tua forza;
– Corpo, la bellezza;
– Spirito, la sapienza.
Ti sei incarnato per:
– Continuare la creazione;
– Crescere illimitatamente;
– Sperimentarti nel relativo: fare, amare, gioire …
Tu sei via, verità e vita.
Accettati e accetta la vita.
Fermati.
Credi in te, abbi fiducia in te.
Fai usando ciò che sei.
Ama il silenzio e il gioco; cerca la libertà, sii innamorato.
Ora sei pronto ad attraversare le quattro porte.
Grazie Giorgio-Cristoforo!!!
potete trovare altre informazioni : www.ilnododigordio.it.
ecco il dati del libro:
Giorgio Barbiero “La differenza”
Editore Enter
ISBN: 9788898560011
Prezzo 15 €
(si può ordinare direttamente alla casa editrice)
Grazie Cecilia, bellissimo! Le tue parole e le tue descrizioni arrivano dritte al cuore e fanno gia’ assaporare questo spazio di liberta’ e felicita’.
Un abbraccio Annamaria