Ferragosto deriva dalla locuzione latina feriae Augusti (riposo di Augusto) e richiama la festività istituita dall’imperatore Augusto¹ e in cui veniva celebrata la dea Diana. In seguito, con l’arrivo del cristianesimo, è stato associato alla ricorrenza dell’assunzione di Maria.
Cos’è veramente l’assunzione e com’è accaduta?
Questo tema è ancora molto discusso tra le diverse chiese, ognuna con la sua visione. Al di là dei dogmi e delle discussioni teologiche per poter rispondere a questa domanda bisogna prima capire chi era Maria.
Quello che si può dire è che rappresenta il femminile che è e che fa. Una donna che ha scelto di dire si e che ha saputo agire quel si. Che ha saputo prendere su di sé la sua missione di crescere un uomo dal destino poco comune, accompagnandolo in tutte le sue difficoltà fino alla crocifissione. Era una donna che era capace di donarsi all’umanità. Ha saputo compiere la sua missione lungo tutta la sua vita perché rimaneva collegata alla sua anima, al suo compito di vita. Lei ci fa comprendere come, rimanendo connessi al divino, sia possibile fare cose incredibili.
Il suo lavoro di consapevolezza interiore aveva penetrato, plasmato, il suo corpo fisico. Il suo collegamento con la propria anima era così intenso che ha saputo risvegliare nelle sue cellule la loro essenza immortale. Quando è arrivato il momento del passaggio verso l’aldilà, lei lo ha percepito e si è preparata. Ricordandosi intensamente della sua essenza divina, ha innalzato la frequenza delle sue proprie cellule fisiche².
Tutto è avvenuto in un lampo. Il corpo fisico si è dissolto per raggiungere gli altri suoi corpi sottili. Il fisico c’era un attimo prima, e un attimo dopo non c’era più. Il suo corpo fisico si è eterizzato per poterla seguire anche nei mondi invisibili.
Cosa questo evento ci può insegnare a noi oggi?
Dopo aver attraversato i turbamenti psichici e fisici della nostra vita, si arriva spesso ad un punto dove non possiamo più distogliere né gli occhi né il cuore dall’Essenziale. Le cose ci appaiono chiare e tonde dentro di noi. Sono momenti in cui il velo delle nostre illusioni si squarcia e iniziamo a vederci chiaro. Le nostre due più grande illusioni, rammentava Gandhi, sono la separazione e la morte. Le piccole morte della nostra vita come la grande morte.
Oggi, attraverso la ricorrenza dell’assunzione di Maria si celebra la capacità di vincere la morte dentro ed intorno a noi. Di poter andare al di là del velo. Oggi si festeggia la nostra capacità di andare oltre. Di passare da una dimensione dell’esistenza ad un’altra. Di non sapere più distinguere tra il mondo materiale e immateriale perché per la nostra anima non c’è differenza ne separazione.
È la presa di coscienza dell’immortalità della nostra anima che ci fa fare questo passo fondamentale. È l’incontro della parte divina dentro noi stessi con la parte che non sa ancora di esserlo. Non significa per forza cambiare la nostra vita. Significa camminare la nostra vita quotidiana senza perdere di vista la meta, perché la nostra anima non conosce la morte. Collegarsi alla nostra propria anima significa abbeverarsi ogni giorno. Rassodare la nostra convinzione interiore. Perché la nostra anima sa che nulla avviene se non attraverso la dimensione divina.
Spesso ci preoccupiamo della nostra anima. Non è di lei che bisogna preoccuparsi, ma bensì della nostra coscienza incarnata che a forza di identificarsi con la materia finisce per diventare troppo densa. Si appesantisce fino al punto che la morte diventa difficile . Restiamo inevitabilmente ancorati nel corpo che abbiamo plasmato dimenticando quanto il nostro corpo sia un’emanazione del divino dentro di noi.
Allora il miglior modo di celebrare l’assunzione di Maria è di riportare il silenzio dentro le nostre vite. Di concederci dei momenti di quiete nella nostra giornata. Pochi minuti, pochi secondi, pochi attimi per sentire quanto tutto è permeato dell’energia divina. Per allinearci con la nostra anima. Credo che sia il miglior modo per commemorare Colei che la respirava costantemente, che la trasudava al punto di rendere leggeri e gioiosi coloro che la circondavano. La gioia è il primo frutto dell’amore.
Angela e Bernard
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¹ istituita dall’imperatore Augusto nel 18 a.C.
² La spiegazione più dettagliata di questo fenomeno che io conosca si trova nel “Agenda di Mère” scritta da Satprem negli anni 1951 -1973 (Edizioni Mediterranee 1987)